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Digital Divide: per una Cittadinanza Digitale possibile

Digital Divide: per una Cittadinanza Digitale possibile

Digital Divide

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Sono stati tantissimi i temi affrontati durante la Milano Digital Week 2019.  In particolare, in un evento ospitato dal Centro Milanese di Psicoanalisi, si è parlato di utilizzo delle nuove tecnologie da parte di Senior e Millennial. Al centro del dibattito c’era il fenomeno della Cittadinanza Digitale con i suoi aspetti sociali e politici, fino a quelli psicologici. Ecco alcune riflessioni e spunti emersi.

Digital Divide

La diffusione e penetrazione delle nuove tecnologie e l’accessibilità a mondi digitali impatta in maniera diversa le varie fasce della popolazione. Non tutti infatti posseggono le competenze digitali per muoversi agevolmente e consapevolmente online o nell’utilizzo dei nuovi artefatti digitali. Le fasce più sensibili sono quelle dei bambini e adolescenti e dei tardo-adulti e anziani; per ognuna ci sono specifiche criticità.

In tal senso l’associazione Grey Panthers ha lanciato una battaglia per far vivere esperienze positive sul e con il web anche ai Senior. Per questo ha creato un portale online che si rivolge a un pubblico over 50 con contenuti ad aggiornamento quotidiano, cercando di soddisfarne interessi e passioni.

La sua fondatrice si chiama Vitalba Paesano, la quale è anche editore del portale e grande appassionata di nuove tecnologie.

Il suo intervento è stato un invito forte per tutti i Senior a buttarsi nell’esplorazione dei nuovi mondi digitali verso una conquista felice del web. Come spesso sottolineato, nonostante possa essere faticoso all’inizio, i benefici che se ne possono ricavare sono inestimabili.

Ci sono però alcuni aspetti critici da affrontare, eccone alcuni che ha illustrato la Dott.ssa Paesano.

➡️ Digital Divide

Oggi nel mondo oltre 2 miliardi di persone non sono toccate dalle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT); queste vivono principalmente in India, Cina e Messico.

Se guardiamo all’Italia, il 45% delle case non ha l’ADSL. Questi dati ci fanno riflettere su quanto spesso pensiamo ad un’assoluta pervasività delle nuove tecnologie, che però non trova riscontro nella realtà.

La strada verso un mondo pienamente digitalizzato e connesso è ancora molto lunga. Il digital divide, con cui si intende l’esclusione tecnologica di una parte della popolazione, è oggi basato sia su problemi di accesso tecnologico, come mostrano questi dati, ma soprattutto sullo sviluppo di competenze digitali e abilità sociali necessarie per un pieno coinvolgimento nel nuovo mondo digitale.

➡️ Competenze culturali e abilità critiche

Oltre ad una maggiore diffusione e accesso alle infrastrutture tecnologiche, rimane quindi un problema di formazione digitale. Ci sono due traiettorie che si possono seguire:

  1. Sviluppo di nuove competenze culturali, per godere pienamente della “cittadinanza digitale” e partecipare così alla vita della comunità di appartenenza. Un esempio? Fare il check-in per un volo aereo online e superando la fila in aeroporto, o cercare su Google Maps quale sia il modo più veloce per raggiungere un luogo.
  2. Potenziamento di abilità critiche. I Senior sono spesso molto abili da questo punto di vista, ma non sono in grado di trasferire questa abilità all’interno di un nuovo mezzo che conoscono poco, il mondo digitale. Ogni nuovo mezzo di comunicazione ha infatti il suo specifico codice comunicativo che va prima di tutto conosciuto. Basti pensare alla prima proiezione cinematografica a fine Ottocento di un treno in corsa che portò gran parte dell’audience ad un momento di panico collettivo, causato dal pensare che il treno potesse uscire dallo schermo e travolgerli.

➡️ Educazione civica digitale

Una soluzione proposta per andare a colmare il digital divide è l’introduzione di un’educazione civica digitale che tocchi tutti.

Nel curriculum nazionale norvegese ad esempio la digital literacy e la capacità di usare strumenti digitali è considerata importante tanto quanto saper leggere, scrivere ed eseguire calcoli.

Ciò implica che chiunque e in modo trasversale alle varie discipline dovrebbe imparare a rapportarsi ai media digitali durante il processo di apprendimento (alfabetizzazione digitale).

Il processo di apprendimento dura tutta la nostra vita, per questo un’educazione civica digitale è importante a qualsiasi età.

Soprattutto per i Senior se si considera il fatto che il digital divide è strettamente e inversamente legato all’età.

L’impatto delle nuove tecnologie, come abbiamo detto, pervade ogni aspetto della nostra quotidianità. Le ricadute avvengono anche a livello psicologico, come ha fatto notare nel suo intervento, la psicoanalista Laura Ambrosiano. La sua analisi degli aspetti psico-analitici dell’utilizzo dei social network ci ha offerto diversi spunti e riflessioni.

I nativi digitali sono la generazione che è entrata nel mondo avendo a disposizione una finestra tecnologica senza precedenti e che manifesta comportamenti di apprendimento e di comunicazione nuovi e inediti.

Secondo la dott.ssa Laura Ambrosiano il loro modo di pensare ed agire è completamente diverso da quello delle altre generazioni. Ecco in che modo.

➡️ Un nuovo stile di pensiero

In psicologia si parla di stile di pensiero o stile cognitivo per definire le modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi (Boscolo, 1981).

Lo stile mentale che i nativi digitali apprendono precocemente è quello del problem solving.

mindset-tecnologico

Ad esempio nei videogiochi viene a svilupparsi un pensiero procedurale dato dal fatto di dover costantemente fare delle scelte sì-no, azione-inazione, cliccare-non cliccare. Questo è alla base di una nuova forma di intelligenza digitale, la quale si centra su un pensiero lineare, veloce, operativo e pragmatico.

Philip Dick parla di Homo Zappiens, che sta ad oggi soppiantando l’Homo Sapiens. Le caratteristiche di questa nuova forma evolutiva sono la simulazione, il multitasking, l’intelligenza collettiva e la navigazione transmediale.

➡️ Una nuova idea di gruppo di appartenenza

Il campo privilegiato per gli scambi e le comunicazioni da parte dei nativi digitali è quello dei social network. Essi offrono la possibilità di sentirsi inseriti in una comunità di condivisione di gusti, idee, convinzioni politiche e ideali.

Scrivere per chiedere “vi piace?” fa oggi parte della ricerca di conferme alla propria identità e al proprio inserimento sociale. Non importa che cosa gli altri risponderanno, ma quanti risponderanno (quelle che nella comunicazione e nel marketing vengono definite efficacemente vanity metrics).

Il numero delle persone che risponderanno costituisce un gruppo virtuale di riferimento da cui ciascuno può sentirsi circondato e protetto.

Il gruppo virtuale offre la fantasia di un mondo a-conflittuale, omogeneo, in cui la cosa più importante è appartenere ed essere uguale agli altri.

Tutti i cambiamenti infrastrutturali, legislativi e sociali in ambito tecnologico devono fare i conti inevitabilmente con la dimensione politica. L’amministrazione pubblica ha il compito di accompagnare e agevolare questi processi.

Fabio Cristofari porta un punto di vista politico sulla questione del digital divide e racconta che cosa sta facendo in quanto parte del team per la trasformazione digitale del Governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale in Italia. Ecco alcune sue riflessioni e misure correttive.

➡️ L’agenda digitale

Mentre di ogni tipologia di crisi e cambiamento ad oggi in Italia vi è un’emergenza consapevole, essa manca per quello che riguarda la trasformazione digitale. Tale rivoluzione è infatti talmente pervasiva e trasversale ad ogni ambito che risulta difficile essere consapevoli dell’urgenza di nuovi strumenti e nuove competenze.

agenda-digitaleL’Agenda Digitale Europea è uno dei 7 pilastri della Strategia “Europa 2020”, che indica gli obiettivi di crescita dell’UE fino al 2020.

Lo scopo dell’Agenda Digitale è fare leva sul potenziale delle tecnologie ICT per favorire innovazione, progresso e crescita economica, avendo come obiettivo principale lo sviluppo del mercato unico digitale.

Nel quadro dell’Agenda Digitale Europea, l’Italia ha sviluppato varie idee, tra le quali quella di riformare la pubblica amministrazione, mettendo il cittadino al centro dei vari servizi pubblici utilizzando una nuova tecnologia: un’app che si chiama Io, a cui si accede attraverso il proprio Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID).

➡️ Il servizio civile digitale

La soluzione proposta per andare a colmare il digital divide, ad oggi ancora troppo forte in Italia, è l’introduzione di una nuova forma di servizio civile: il servizio civile digitale. Questa iniziativa vede i giovani impiegati in attività di mentoring, formazione e assistenza delle figure più senior. I giovani possono così essere in prima linea nel processo di digitalizzazione e di abbattimento del digital divide, che troppo spesso è un divide generazionale.


 

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