Il Classic Duo: come elaboriamo le informazioni?

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Se stai leggendo questo articolo è perché riesci a vederlo e riconosci i simboli con cui è scritto! 

Sembra banale, certo, ma se ci pensiamo bene la vista è il senso che più di tutti ci fornisce le informazioni relative all’ambiente esterno e influenza irrimediabilmente il nostro agire quotidiano. 

Non a caso, dunque, oltre un terzo della corteccia cerebrale è dedicato all’analisi degli stimoli visivi. Essi sono molto complessi, dotati di forme, colori, dimensioni, che occupano una determinata posizione nello spazio e talvolta anche in movimento. 

Ma come vengono elaborate tutte queste informazioni? 

Dalla retina al cervello: l’ipotesi del Classic duo

Il viaggio dei raggi luminosi inizia dall’ambiente esterno e prosegue attraverso le varie strutture dell’occhio, finendo nella retina dove i fotorecettori come coni e bastoncelli convertono la luce in segnali neurali. Questi segnali viaggiano lungo la via ottica fino alla corteccia visiva primaria (V1). 

È proprio da ora che si inizia a parlare dell’ipotesi di Classic duo!

Questa teoria, detta anche “Ipotesi dei due flussi”, riguarda la presenza di due flussi anatomicamente distinti coinvolti nell’elaborazione delle informazioni visive. Oltre alla V1, infatti, si estendono altre due dozzine di aree extra-striate corticali distinte per i campi recettivi.

Due sono i modelli che per molto tempo hanno dominato e sostenuto tale segregazione. 

  • Il primo modello (“cosa/dove”) è quello elaborato da Ungerleider e Mishkin (1982) che si basava in gran parte su studi sulle lesioni di primati non umani
  • Il secondo (“percezione/azione”) è quello di Goodale e Milner, (1992) che hanno proposto una modifica del modello precedente osservando studi di casi umani, in particolare il celebre paziente “D.F.”.

In entrambi i casi si parla di un sistema dorsale e di un sistema ventrale:

Il Sistema dorsale

Detto anche “via dorsale“, esso si allunga dorsalmente dalla corteccia striata verso il lobo parietale. 

Secondo il modello “cosa/dove”, il sistema dorsale si occupa di localizzare un oggetto nello spazio rispetto a un riferimento, con coordinate egocentriche (via del “dove”). 

Secondo il modello “percezione/azione”, invece, il flusso dorsale elabora le informazioni visive allo scopo di eseguire movimenti (“visione per l’azione”). Sarebbe, quindi, coinvolto nell’analisi del movimento visivo, nel controllo visivo dell’attenzione, e fungerebbe da mediatore nelle trasformazioni sensomotorie richieste per le azioni guidate dirette verso gli oggetti (pertanto questa è anche detta via del “come”).

Il Sistema ventrale

Detto anche “via ventrale“, esso si allunga ventralmente dalla corteccia striata verso il lobo temporale. 

Secondo il modello “cosa/dove”, il sistema ventrale si occupa del riconoscimento di oggetti (via del “cosa”) ai fini della percezione visiva.

La stessa funzione gli viene attribuita anche dal modello “percezione/azione” (“visione per la percezione”). Questa via si occupa, infatti, della percezione della forma e del colore.

Nello specifico la zona FFA (area facciale fusiforme) è specializzata nel riconoscimento dei volti mentre la zona IT (corteccia inferotemporale) sembra coinvolta anche nella memoria e nell’apprendimento e consente di creare connessioni logiche tra memorie passate e oggetti presenti.

Il Classic Duo e alcune implicazioni nel marketing

Sapere che ci sono specifiche aree adibite per l’elaborazione di particolari stimoli ci lascia intendere che alcuni funzionano meglio di altri, e sono quindi più memorabili e coinvolgenti. Ciò può essere sfruttato nella creazione di contenuti più efficaci!

Ecco alcuni esempi:

  • Utilizzare colori, forme e loghi distintivi per favorire il riconoscimento del marchio (via ventrale);
  • Nei video promozionali, mostrare persone che interagiscono con i prodotti in modo dinamico (via dorsale);
  • Usare il movimento tramite funzionalità interattive e sezioni animate o pagine parallasse (via dorsale);
  • Usare CTA (call to action) tipiche: le persone interagiscono meglio con stimoli familiari (via ventrale).

Conclusioni

Per riassumere, più si fa attivare il cervello e più efficaci saranno i contenuti.

Un coinvolgimento mentale più profondo si rifletterà in una maggiore memorabilità, stimolerà azioni più incisive e alla fine si tradurrà in un maggior numero di conversioni!

E tu come stimoleresti le aree cerebrali del Classic duo?

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Alessia Vittori
Laureata in Psicologia Cognitiva Applicata presso Università degli Studi di Padova. Se non esiste si può ancora creare!
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