Nella comunicazione si fa ampio uso di forme e suoni con l’obiettivo di attivare una risposta in chi riceve il messaggio.
La costruzione di questi messaggi potrebbe sembrarci costruita con criteri personali basati sul gusto e l’estetica del comunicatore o del pubblico.
Sicuramente, in parte ciò è vero, ma dietro si nascondono anche e soprattutto delle regole psicologiche precise e convalidate nel tempo.
Nel caso delle forme in particolare, il modello teorico di riferimento è quello della psicologia delle forme della Gestalt.
La psicologia della Gestalt

La psicologia della Gestalt è una corrente psicologica tedesca interessata nella percezione ed esperienza, in particolare delle forme, e all’apprendimento per insight.
L’idea più importante portata avanti dalla Gestalt è “l’insieme è più delle sue parti”. Questo vuol dire che la percezione delle persone è olistica, quindi relativa all’insieme. In altre parole, non percepiamo mai le cose in modo destrutturato e isolato.
Questo loro presupposto ha portato alla definizione di 7 principi che regolano la nostra percezione delle forme.
I 7 principi della Gestalt
I principi della Gestalt non sono solo idee teoriche, ma hanno una vero e proprio utilizzo pratico. Ci spiegano come vediamo ogni giorno le cose che ci circondano.
Ci permettono inoltre di capire come posizionare gli oggetti e le forme nello spazio in modo ottimale per ottenere un determinato effetto.
Conoscere come il nostro cervello elabora le forme ci permette di creare una UX (user experience) migliore, perfezionare il nostro visual design e avere così ricadute positive nel marketing attraverso la pubblicità.
Infatti, l’utilizzo dei principi della Gestalt ci permette di rendere iconico e riconoscibile il nostro brand, aumentando così la brand awarness e la sua riconoscibilità.
Legge della vicinanza
La legge della vicinanza afferma che più gli elementi sono vicini fra loro, più essi vengono considerati un tutt’uno. Vice versa, più la distanza aumenta, più vengono considerati corpi differenti.
Questa regola funziona in particolar modo se i corpi vicini sono anche simili tra loro.
Un utilizzo pratico di questa regola permette un’organizzazione migliore del campo visivo, permettendoci di creare ordine disponendo al meglio i contenuti.
Legge della somiglianza
Come accennato nella regola precedente, elementi simili tra loro vengono legati insieme, percependoli come un’unica figura.
Questa regola ci può aiutare a creare un senso di continuità tra gli elementi, facilitandone l’interpretazione.
Legge del destino comune
Secondo questo principio, elementi che hanno un medesimo “movimento” vengono raggruppati insieme, differenziandosi a livello percettivo dagli altri elementi con “movimenti” diversi.
Si può usare questa legge della Gestalt, per esempio, per migliorare la visibilità di elementi correlati tra loro.
Legge della figura-sfondo
Sicuramente avrete visto l’illusione ottica nella quale puoi vedere un vaso o due volti.
Proprio alla base di quell’illusione c’è questo principio della Gestalt, la legge della figura-sfondo, che afferma che la nostra percezione può cambiare in base a cosa definiamo come sfondo.
Solitamente viene visto come sfondo l’immagine meno rilevante. In questo caso i colori risultano molto importanti, infatti possono rendere un oggetto più rilevante di un altro.
Molti loghi giocano su questa legge, per esempio come quello della Formula 1 o del Carrefour. Ci avevi mai fatto caso?
Legge della buona forma
Le immagini che vengono ricordate più facilmente sono quelle più simmetriche, omogenee, equilibrate e semplici.
Questo avviene perché questo tipi di immagini sono più comprensibili e risaltano sulle altre.
Quindi usando i giusti elementi, che siano font, forme o immagini possiamo rendere facilmente memorabile la nostra comunicazione.
Legge della chiusura
Le immagini definite da confini nitidi risaltano sulle altre. Quindi preferiamo le figure chiuse, che hanno una priorità cognitiva.
Oltre a ciò, abbiamo anche la tendenza ad aggiungere le informazioni mancanti per chiudere le figure quando possibile.
Legge dell’esperienza passata
Nella percezione la nostra esperienza ha una grande influenza per la psicologia della Gestalt.
Infatti elementi che solitamente vediamo associati tra loro in una determinata forma, verranno più facilmente uniti in quella forma.
La psicologia delle forme associate ai suoni
Köhler, uno dei gestaltisti più importanti, ha anche indagato un altro fenomeno molto interessante per chi fa comunicazione.
Questo fenomeno viene chiamato effetto Kiki/Bouba.

Secondo questo effetto, quanto si è di fronte a due forme, una spigolosa ed una tondeggiante, saremo propensi a nominare con suoni più duri la prima, quindi Kiki, e con suoni più morbidi la seconda, quindi Bouba.
Quindi, quando si studia una grafica, è bene fare attenzione a questo effetto per evitare di trasmettere un messaggio non voluto, oppure per mostrare qualcosa sotto traccia.
Esserne a conoscenza è anche molto utile per sapere quale nome starà meglio su un possibile prodotto, e di conseguenza che tipo di idea esso generi nelle persone.
I suoni duri, infatti, generano un’idea di forza e robustezza, quelli morbidi danno invece una sensazione di sicurezza e accoglienza.
Conclusione
Grazie alla psicologia della Gestalt ed i suoi principi possiamo creare contenuti efficaci per le pubblicità, siti, e molto altro, che sappiano catturare l’attenzione e comunicare un determinato messaggio.
Così facendo, la nostra comunicazione non verbale e la UX dei nostri prodotti o siti ne usciranno molto rafforzati.
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