Copywriting emotivo: la psicologia al servizio della scrittura

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copywriting emozioni

Spesso uno slogan ben fatto può fare la fortuna di un brand.

Se vi dicessimo “I’m loving it”, “Gotta catch’em all” o ancora “Fate l’amore con il sapore” credo che tutti sapreste ricollegare il motto al brand.

Proviamo allora a scoprire insieme perché questi slogan hanno funzionato così bene.

Chi è il copywriter?

Il copywriter non è solamente “colui che fa slogan”, ma un vero e proprio venditore che usa le parole come arma di persuasione.

Il termine copywriting, infatti, fa riferimento all’attività di scrittura di testi dedicati al web che permettono di raggiungere gli obiettivi di comunicazione prefissati dal brand.

Lo scopo è quello di persuadere, attraverso l’uso delle parole, il cliente proprio pubblico a compiere una determinata azione in seguito alla visione di un contenuto.

Alcuni esempi di comportamento che possono essere incentivati attraverso l’inserimento di una Call To Action:

  • Interagire con un post lasciando un commento o un mi piace
  • Cliccare su un link al sito web o un articolo di blog
  • Acquistare comprare un prodotto   

Definiamo il copywriting emotivo

Tra i vari tipi di copywriting vi è anche quello emotivo, che ha come scopo principale quello di usare utilizzare le emozioni come leva principale per intercettare i comportamenti dei consumatori.

Esattamente come il marketing emotivo, il copywriting emozionale è quello che funziona meglio in termini di risultati, perché in esso intervengono dei meccanismi psicologici di percezione e di elaborazione delle informazioni.

Al nostro cervello basta anche un piccolo stimolo, come, ad esempio, la lettura di una frase, per innescare un’emozione o recuperare un ricordo.

Pensiamoci un attimo: non è forse vero che appena vediamo una notizia che ci suscita scandalo, noi reagiamo immediatamente?

Ma perché il copywriting emotivo funziona così bene? 

Essenzialmente per due 2 motivi:

  1. il primo è legato a come funziona il pensiero decisionale umano;
  2. il secondo per un meccanismo emotivo particolare, ovvero l’empatia.

Partendo dal primo punto, Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel nel 2002 per i suoi studi sui processi decisionali in ambito economico, nel 1974 teorizzò che il nostro processo decisionale si fonda su due 2 sistemi:

  • Il sistema emotivo: rapido, spontaneo ed inconsapevole
  • Il sistema razionale: ponderato, riflessivo e consapevole

Pur quanto l’uomo si sforzi di concepirsi come un essere perfettamente razionale, in realtà la Psicologia economica ci dice esattamente il contrario: l’uomo effettua gran parte delle sue scelte basandosi sul sistema emotivo piuttosto che sul sistema razionale.

Le emozioni sono dei fenomeni estremamente rapidi alle quali basta un minimo stimolo per essere attivate.

La forza del copywriting emotivo sta proprio in questo: far risuonare, tramite l’utilizzo di specifiche parole, le emozioni a discapito dei pensieri.

Il secondo motivo per il quale il copywriting emotivo risulta particolarmente funzionale è perché esso si basa sul meccanismo dell’empatia. Essa rappresenta la capacità di “mettersi nei panni degli altri”, di calarsi nel vissuto dell’altro in modo da comprenderne pensieri, opinioni ed emozioni.

L’empatia è un’emozione molto forte perché permette una sintonizzazione profonda e immediata tra quello che vediamo e il nostro vissuto interno.

Saper toccare le giuste corde permette quindi al brand di aiutare il consumatore a riconoscersi nel messaggio divulgato e di conseguenza al sistema valoriale del marchio.

Copywriting emotivo: un facciamo un esempio

Ma è possibile creare un sentimento di empatia a partire solo da delle parole?

Assolutamente sì, e per spiegare come useremo come esempio la famosissima campagna di Procter & Gamble (P&G) “Grazie di cuore, mamma” lanciata nel 2012 in occasione dei Giochi Olimpici di Londra.

La pubblicità, tanto semplice nel suo contenuto tanto forte nella sua carica emotiva, aveva come obiettivo quello di ringraziare il ruolo che le mamme hanno avuto nella crescita degli atleti Olimpici.

In contemporanea all’uscita dello spot pubblicitario, la P&G dava a tutti la possibilità di ringraziare la propria mamma con foto o video tramite un’applicazione sulla sua pagina Facebook.

“Grazie di cuore, mamma” è il simbolo perfetto di un copywriting emotivo che supporta una marketing emozionale, perché crea un sentimento di empatia tra noi spettatori con gli sforzi che le mamme hanno compiuto, mettendo al centro una delle figure più emotivamente connesse con il nostro vissuto.

L’empatia viene usata come strumento sia per cogliere la nostra attenzione e creare una relazione positiva con il brand, sia come mezzo per spingerci a ringraziare le nostre mamme tramite i social.

Conclusioni

In conclusione, le parole così come i contenuti sono le vere protagoniste di una strategia di marketing.

Far emozionare il proprio pubblico, tramite video o testi,  può stabilire una relazione emotiva che può portare ad una fidelizzazione potenzialmente inossidabile.

Un buon copywriting emotivo deve quindi avere la capacità di poter entrare in contatto con il vissuto della persona, facendole capire che è in grado di comprenderla e soprattutto aiutarla.

Nel frattempo, a te vengono in mente altri esempi di copywriting?

Giovanni Vedani
Giovanni Vedani
Laureato in Psicologia per il Benessere. "E così sei uomo di scienza? Sì ma, niente di serio"
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