È venerdì sera, e dopo una lunga e stressante settimana di lavoro non hai proprio voglia di uscire.
Così, dopo cena ti metti sul divano con l’idea di guardare un bel film, ma prima: “Aspetta che controllo se gli altri sono in giro…”. Ed ecco che appaiono una dopo l’altra foto e stories che documentano serate super divertenti in posti cool, che nemmeno sapevi che esistessero.
Quella sensazione e quel bisogno di relax e tranquillità iniziano a far posto ad una sorta di strana agitazione (forse ansia?) e senso di irrequietezza: “Chissà come si stanno divertendo… e io, invece, me ne sto qui a casa”
Avverti un senso di solitudine e di abbandono, come se gli altri stessero vivendo il meglio della loro vita senza di te.
Ma è davvero così?
Connessi sì, ma spesso solo virtualmente
Al giorno d’oggi avere lo smartphone vicino a noi (sulla scrivania, nella tasca dei jeans, in borsa…) è ormai una prassi.
Possiamo dimenticare tutto, ma il telefono no. Come potremmo fare senza, dato che in un unico dispositivo sono contenuti: sveglia, agenda, messaggi, mail di lavoro e possibilità di intrattenimento?
L’utilizzo dello smartphone, soprattutto attraverso i social network quali Instagram e Tik Tok , è particolarmente frequente negli adolescenti, ma non solo. Queste piattaforme infatti, rappresentano sempre di più un modo per sperimentare un senso di appartenenza ad una comunità o ad un gruppo più ristretto, per sentirsi connessi con il resto del mondo (non reale, ma virtuale).
Di conseguenza viene data sempre maggiore attenzione a fornire un’immagine di sé positiva online, piuttosto che nella realtà. Riflettiamoci: il mondo virtuale è diventato più significativo di quello reale?
Come i social influenzano i nostri pensieri
Attualmente, quasi tutti possediamo almeno un dispositivo per connetterci al web: l’utilizzo di internet e dei social è quindi un fenomeno globale che riguarda, pur con diverse modalità di impiego, la popolazione a livello mondiale al di là delle differenze individuali di età, genere, e cultura.
Una delle caratteristiche principali dei social, è quella di agevolare e velocizzare la comunicazione ed il confronto sociale, aspetti fondamentali durante la fase adolescenziale.
Ecco perché, soprattutto i più giovani, tendono ad instaurare un vero e proprio legame emotivo con il proprio dispositivo, che costituisce il mezzo per portare avanti un costante confronto virtuale con i pari (attraverso commenti e likes).
Ma quali sono gli stimoli che le persone, durante la fruizione dei social, utilizzano come paragone?
Si tratta spesso di immagini, post e contenuti che ritraggono i successi, i momenti felici e gli obiettivi raggiunti, creando l’illusione di avere una vita perfetta, senza mostrare la complessità ed i momenti difficili che ci sono dietro.
Attraverso i social infatti, gli utenti hanno smesso di essere fruitori passivi del web, ed hanno iniziato ad esserne creatori attivi: i post ed i video condivisi sono spesso scelti accuratamente al fine di fornire un’immagine positiva di sé e della propria vita, modificando di conseguenza il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri all’interno della comunità (“Come fanno gli altri ad essere sempre felici e sorridenti? A fare le esperienze più belle? A conciliare così bene lavoro e vita privata?”).
La paura di essere tagliati fuori: FoMO, FoBO, FoDA
La percezione che gli altri abbiano una vita più bella e felice dopo aver visto le loro foto e stories sui social, accompagnata dalla paura di perdersi qualcosa e di essere tagliati fuori, è ormai talmente comune da essere diventata un fenomeno chiamato Fear of Missing Out (FoMO).
La FoMO è stata studiata a livello psicologico, e viene definita come una forma di ansia sociale alimentata da un utilizzo problematico dei social, dovuto al bisogno di sentirsi inclusi in un gruppo.
In particolare, la FoMO si caratterizza per la presenza di ansie e timori di non vivere una vita soddisfacente, per il bisogno di condividere sempre le proprie esperienze sui social, per sentimenti di rabbia e invidia verso le persone partecipanti a eventi in nostra assenza.
Ciò che vediamo sui social è ormai diventato il punto di riferimento per le nostre scelte, è il termine di paragone attraverso cui fare il bilancio della vita che stiamo vivendo. A tal proposito si parla di Fear of Better Options (FoBO).
Scegliere come muoverti, cosa fare e prendere decisioni è più facile se davanti a te hai un bivio oppure una miriade di strade?
È una sensazione di spaesamento quella che si prova scrollando sulla home o sui profili dei social: continui stimoli, video di viaggi, esperienze vissute…non da noi. Sono gli altri ad avere una vita più bella, gli altri che stanno facendo le scelte migliori.
Attualmente abbiamo la possibilità di scegliere tra molte opzioni in ogni ambito, ma a volte questo può essere percepito come un’ulteriore fonte di stress e responsabilità (“Qual è la strada giusta per me? E se fosse meglio l’altra? Come faccio a fare tutto ciò che fanno gli altri?”).
Queste diverse forme di ansia correlate all’utilizzo di internet e dei social, se combinate insieme, possono sfociare nella Fear of Doing Anything (FoDA), ovvero nella paura di fare qualsiasi cosa. La persona sperimenta un senso di inadeguatezza e timore che la inibisce o la blocca totalmente nel fare scelte e compiere azioni: “Non sarò mai in grado di essere e comportarmi come fanno gli altri”.
Conclusioni
Se ti stai chiedendo: “È possibile gestire queste manifestazioni di ansia?”, la risposta è: “Certo!”
Ma se credi che la soluzione sia smettere di stare sui social e gettare lo smartphone, la risposta è: “Perché mai?”, sarebbe infatti difficilmente sostenibile.
Lo smartphone è uno strumento molto utile nelle nostre vite, senza contare che internet ed i social offrono molteplici vantaggi ed opportunità in diversi ambiti (apprendimento, comunicazione e relazione…).
Pertanto l’obiettivo a cui tendere dovrebbe essere quello di promuovere un uso più consapevole di internet e dei social a livello di comunità. A tale scopo, è ovviamente fondamentale rivolgersi a professionisti del settore che possono inoltre supportare nella gestione dell’ansia, ma è altrettanto importante diffondere programmi di educazione digitale che consentono di aumentare le conoscenze sul modo virtuale, nonché le capacità di analizzare in modo critico le informazioni e di comunicare efficacemente sul web.
Puoi trovare altri contenuti sul mondo della Psicologia e del Digital Marketing sul nostro blog oppure sui nostri canali social!