Una buona comunicazione digitale si adatta ai bisogni degli utenti in un determinato momento storico: oggi più che mai le persone hanno bisogno di leggerezza e intrattenimento.
Infatti, tendenzialmente le persone tendono a preferire una comunicazione digitale divertente e spensierata, in un mondo di social sempre più pervasi dalla rabbia.
Per questo motivo, l’ironia sarà un concetto centrale nelle strategie pubblicitarie nei prossimi dieci anni: si tenderà sempre più a scegliere marchi che offrono non solo prodotti ma anche esperienze emotive ed intellettuali.
Ma cosa rende l’ironia tanto efficace? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Il fascino disarmante dell’ironia: perché funziona?
L’ironia è l’arte di fare comunicazione in modo sottile, spesso dicendo l’opposto di ciò che si intende realmente.
Questo tipo di umorismo sofisticato, invita il pubblico a partecipare in maniera attiva, spingendolo a riflettere per cogliere il significato nascosto e a interpretare il doppio senso del messaggio. Questo approccio crea anche un coinvolgimento intellettuale spesso interessante e stimolante.
Come sosteneva Freud: “l‘umorismo è il più eminente meccanismo di difesa“. Essa consente agli individui di stemperare emozioni negative e di affrontare temi delicati con leggerezza e distanza emotiva. In un mare di contenuti spesso troppo seri, un messaggio ironico rappresenta così una ventata di freschezza ben apprezzata.
Quando il pubblico riesce a “cogliere” l’umorismo, si crea un senso di complicità tra il marchio e il consumatore, facendolo sentire più vicino al brand. E’ un po’ come quando ci troviamo ad un appuntamento: chi ci fa ridere conquista la nostra simpatia, abbassa le nostre difese, mitigando le nostre resistenze. Tutto questo, nel marketing, si traduce in potenziale di acquisto.
Ironia e Brand Identity: alcuni esempi in Italia
L’uso dell’ironia nella comunicazione e nel marketing deve essere calibrato e riflettere la voce del brand.

Non tutti i marchi possono infatti permettersi un tono ironico. Immaginiamoci aziende come Eni o Banca d’Italia che all’improvviso scelgono di adottare un tono divertente e scanzonato: perderebbero credibilità! Tuttavia, per brand giovani e moderni, l’ironia può essere un potente strumento di differenziazione.
L’uso dell’umorismo nella pubblicità italiana è ancora una strategia emergente rispetto ad altri Paesi. Tuttavia, abbiamo ottimi esempi: uno fra tutti è Taffo, l’agenzia funebre ormai più famosa d’Italia che ha rivoluzionato il marketing del settore.
Utilizzando un black humor intelligente e un tono dissacrante, ha dimostrato come sia possibile trattare temi ritenuti tabù in maniera leggera e ironica.
Taffo è diventata un fenomeno di cultura pop grazie alla sua capacità di trasformare fatti di cronaca in slogan ironici. Questa strategia, vista da molti come geniale e dai più benpensanti come “too much”, ha portato l’agenzia romana a raggiungere una notorietà senza precedenti. La loro comunicazione innovativa ha ridefinito i confini del marketing funebre, mostrando come l’ironia possa essere un potente strumento per coinvolgere e conquistare il pubblico.

Un altro esempio emblematico è quello di Amica Chips con Rocco Siffredi: la campagna pubblicitaria che vedeva protagonista il famoso pornodivo con slogan allusivi come “fidati di uno che le ha provate tutte, amica chips è la migliore!” è stata considerata geniale quanto controversa. Nonostante le critiche e la successiva censura, questa campagna ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, rendendo il marchio riconoscibile.
Rischi e considerazioni: l’ironia è un’arma a doppio taglio
Questi esempi mostrano bene come l’ironia, se ben calibrata, possa essere un potente strumento di marketing. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente il target di riferimento e il contesto culturale, per evitare reazioni negative e garantire che il messaggio sia ricevuto nel modo desiderato.
Un umorismo mal dosato può alienare o offendere; come diceva Mark Twain: “la cosa più curiosa dell’umorismo è che, se non lo capisci, lo detesti”. SI tratta di un errore assolutamente da evitare quando si fa advertising!
È cruciale, dunque, conoscere bene il proprio pubblico e testare i contenuti prima di lanciarli su larga scala.
Conclusioni
L’umorismo può essere un’arma efficace per umanizzare la comunicazione, costruire un rapporto più profondo e personale con il pubblico e rendere il messaggio non solo visto, ma anche apprezzato e ricordato nel tempo.
Incorporare l’ironia nel marketing digitale è quindi un’arte che richiede finezza, sensibilità, una approfondita conoscenza del pubblico e un’attenta considerazione del contesto.
Vale la pena quindi imparare ad affinare la tecnica.
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